Trifole - Le radici dimenticate

"Trifole - Le radici dimenticate" è un film che esplora il legame tra generazioni e la connessione con la natura attraverso la storia di Dalia, una giovane donna disorientata e senza obiettivi. Cresciuta a Londra, Dalia non si sente realizzata e vive un'esistenza priva di stimoli. La sua vita prende una piega inaspettata quando sua madre le affida la cura del nonno Igor, un uomo affetto da demenza senile che vive in un tranquillo paesino nelle Langhe, un luogo ricco di natura e tradizioni.

La vera sfida inizia quando Dalia scopre che il nonno rischia di essere sfrattato a causa delle pressioni delle aziende vinicole locali, che desiderano espandere i loro confini a discapito dei terreni storicamente destinati alla caccia ai tartufi. Questa situazione la costringe a mettere in discussione le sue priorità e a cercare una soluzione, dando inizio a un percorso di crescita personale.

Con l'aiuto del nonno, Dalia viene introdotta al mondo della raccolta di tartufi, un'arte antica e preziosa. Insieme alla cagnolina Birba, si avventura nei boschi in cerca del raro e pregiato tartufo bianco, che potrebbe significare non solo la salvezza della casa, ma anche una nuova direzione per la sua vita. La ricerca del tartufo diventa quindi una metafora della ricerca di sé, in cui Dalia impara a comprendere le proprie radici e i valori familiari, riscoprendo legami profondi e autentici.

Il film combina elementi drammatici e di avventura, con una forte enfasi sulla bellezza del paesaggio delle Langhe e sull'importanza della tradizione, sottolineando come la connessione con la terra e le proprie origini possa portare a scoprire nuovi orizzonti e opportunità. Alla fine, "Trifole - Le radici dimenticate" si propone come un inno alla resilienza, alla famiglia, e all'amore per la natura.